Solo per Maghi

Come relazionarsi con i bambini…

Come relazionarsi con i bambini in uno spettacolo di magia.

Per chi vuole intrattenere i bambini questo è (o dovrebbe essere) un quesito essenziale.
Come relazionarsi con il giovane pubblico?
Mettersi al loro livello come “amici”? Oppure porsi ad un livello superiore al loro … in fondo voi siete “l’adulto”. Oppure ancora porsi sotto il loro livello assumendo il ruolo di “mago pasticcione” o “clown imbranato”?

Naturalmente non esiste una risposta univoca, anche perché molto dipende dall’indole di ognuno di noi.

Sicuramente alcuni comportamenti sono però da evitare. Porsi ad un livello “troppo superiore” o meglio trattare i bambini con sufficienza o adottando atteggiamenti come voce stridula e usando tutti i vezzeggiativi possibili (“ciao bambino, adesso prendiamo il fazzolettino, lo mettiamo nel sacchettino, diciamo la parolina magica…”) sicuramente non paga ti farebbe perdere l’attenzione del pubblico in 10 minuti massimo.

I bambini di qualsiasi età desiderano essere trattati con serietà!

Porsi costantemente ad un livello più basso del loro sicuramente funziona! Il mago che non riesce a fare la magia, che fa degli errori o che non si accorge quando la magia accade, fa sicuramente ridere.
Attenzione però che questa non diventi la costante! Infatti come intrattenitore non dovrai soltanto far divertire i bambini, ma dovrai anche saperli gestire durante lo spettacolo… mi è capitato più volte di vedere spettacoli per bambini diventare “problemi di ordine pubblico” in cui, nonostante l’esecutore chiedesse ai bambini di stare tranquilli e seduti, tutti se ne infischiassero!

Anche fare “l’amicone” e quindi porsi allo stesso livello funziona: elimina l’attrito o il “conflitto” che a volte si crea tra il mago (che fa cose incredibili) e il proprio pubblico (che vorrebbe sapere come fa ma non ci riesce), a volte però fa mancare una figura di riferimento.

La mia personale scelta è quella di scindere il modo di relazionarsi con i bambini tra il personaggio (il mago) e l’agire durante la performance.

In sostanza mi pongo ad un livello medio/alto, dove per alto non intendo far sentire i bambini inferiori, ma cerco di innalzare il loro livello trattandoli come piccoli adulti. Non mi rivolgo mai a loro con accondiscendenza o con frasi piene di vezzeggiativi, ma parlo loro come se parlassi ad un adulto, usando però il linguaggio più semplice e lineare possibile.
Questa mia posizione di “adulto di riferimento”, mi permette di stabilire, enunciare e far rispettare le regole necessarie al buon svolgimento dello spettacolo.
Tali regole per essere accettate devono naturalmente seguire alcuni princìpi. Devono cioè essere chiare (es. stare seduti dietro la riga), ragionevoli (impossibile chiedere il silenzio assoluto durante tutto lo spettacolo … meglio “programmare” momenti di rumore organizzato durante la rappresentazione) e condivise (si deve far capire che esse sono necessarie per divertirsi insieme).

Naturalmente poi mi ritrovo (anche spesso durante lo spettacolo) a comportarmi e agire essendo ad un livello inferiore ai bambini e questo mi permette di utilizzare tutte le tecniche comiche (mago in difficoltà, la magia che non funziona, la magia che funziona e di cui non me ne accorgo, ecc.). Però in questi frangenti è sempre la “situazione/evoluzione” dello spettacolo che mi porta a comportarmi così e mai una mia scelta… a appena possibile torno alla normalità del mio personaggio.

Questi sono solo alcuni pensieri… ed è la personale opinione dell’autore (che fa spettacoli per bambini da oltre 25 anni).

…e tu cosa ne pensi? Lascia un commento al post!

2 commenti su “Come relazionarsi con i bambini…”

  1. Ciao.
    Bella questa idea dei blog!

    Dico la mia.

    Io tendo a tenere il rapporto tra mago e pubblico di bambini come quello di un amico DI MAGGIORE ETA’ che è venuto a presentare e a far conoscere i suoi amici e personaggi ai bambini che ha davanti.

    Per amici/personaggi/atrezzi intendo dire che oltre a personaggi ben definiti (non so … un coniglietto stampato su un quadro, un palloncino SMILE che viene trafitto ecc…) spesso per me una corda è in verità un mio amico vermicello, un fiore in un vaso che appassice, mi è stato regalato dalla mia nonna e a cui ci tiene molto.
    Questo mi permette di essere come un “maestro” di scuola che però è venuto non per insegnare o fare compiti, ma per far divertire i bambini con appunto i suoi magici personaggi.
    Chiaramente utilizzo tutte le tecniche note per instaurare, sopratutto nel warm up, il feeling per traferire ai bambini questo rapporto di grande amico che sa fare magie.
    Ovviamente tutto questo discorso andrebbe dettagliato a seconda delle età del pubblico che ho davanti.
    Chiaramente alla prima fascia dei 4-5 anni mi metto più in una posizione di amico clown… che ha tanto bisogno dei bambini per la riuscita della magia.
    Già ai 6-8 anni questo “distacco” tra performer e pubblico è un po più marcato. Il mago SA fare la magia (o i suoi personaggi la sanno fare nelle mani del mago).
    Dagli 8 in su (mi vien da dire fino ai 10) è un altra cosa ancora. Anzi, in questa età senza problemi posso proprio sfruttare alla grande sucker effect per stimolare la loro curiosità.

    Anche l’aspetto scenico lo ritengo molto importante. Ad esempio con bambini della prima fascia (quindi relativamente ‘bassi’ di statura, tendo a mettermi al loro livello anche come altezza. Quindi mi metto magari con le gambe piegate o in ginocchio quando magari devo stare vicino a loro per la presentazione o durante l’esecuzione dell’effetto.
    Ai 7-8 anni improvviso anche magari un balletto insieme a loro (per chi me lo permette ovviamente)…

    un cosa però ci tengo a dire e mi piacerebbe sentire altri pareri: una cosa che non faccio è di dare del LEI ai bambini (trattandoli quindi come adulti). So che diversi performer lo fanno… boh… che dite?
    Io no… io do sempre del “tu” .. del “ciao” 🙂

    Ciao a tutti
    Stefano

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